martedì 5 novembre 2013

Novità: EUROPA SENZA STATUALITÀ di Francesco Petrillo (Edizioni Solfanelli)

Tra le soluzioni possibili per la ricostruzione di un tessuto comune per l’Europa, quella di una più adeguata prospettazione teorica della questione dei diritti fondamentali dell’individuo — non solo dal punto di vista della giustiziabilità, quanto dal punto di vista della loro natura sostanziale e del loro fondamento, rintracciabile proprio nella tradizione cattolico-cristiana — sembra essere una delle più credibili, se approfondita nella direzione della ricerca di fonti attendibili.
Quest’ultima, infatti, ha costantemente attraversato le fasi storico-concettuali e concettuali-storiche di costruzione della casa comune europea. Può permettere di individuare le forme di salvaguardia democratica anche in un’Europa ancora senza statualità. Può partire dal tessuto concettuale connettivo di quei Paesi europei, forti di un vissuto caratterizzato dalla necessità di strutturare nuove e più adeguate istanze democratiche di partecipazione anche e specie tra individui residenti sul territorio europeo e entità giuridico-politico-finanziarie che, ai diritti — e alla tutela di questi ultimi — dai primi rivendicati, contrappongono obblighi spesso difficili da intendere dal punto di vista politico-sociale e della cittadinanza.
Completa il volume, in appendice, l’intervento del prof. avv. Carmine Romaniello, dell’Università di Llanos (Caracas), sviluppato — come precisa lo stesso giurista sudamericano — a partire dalla lettura di alcuni dei saggi di Petrillo, riportati in questo volume e pubblicati agli inizi del millennio. Il saggio di Romaniello, volutamente conservato nella lingua di origine, mostra al lettore italiano, quanto il problema europeo, dal punto di vista giuridico e politologico, prima ancora che politico, vada posto all’interno di una dimensione globale.




Francesco Petrillo
EUROPA SENZA STATUALITÀ
L’essere umano dei diritti
nell’integrazione tra i popoli globalizzati
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-850-2]
Pagg. 200 - Euro 14,00

http://www.edizionisolfanelli.it/europasenzastatualita.htm

venerdì 5 aprile 2013

ScaP's Reviews > Un popolo di frenetici informatissimi idioti

9777043
's review
Apr 04, 13

bookshelves: 2000giornalismo-saggi-politicaofficina-del-pensiero
Read on April 03, 2013 — I own a copy

Saggio interessantissimo. Illuminante. Vi si analizza come è cambiato il rapporto tra individui, e quello tra individuo e società, da quando - non solo grazie all'informatica - la cultura di massa è diventata produzione industriale.

La quantità abnorme di informazioni indistinte, complanari, "paratattiche", apparentemente democratiche, di cui usufruire grazie alla tecnologia della rete, è talmente imponente da richiedere un continuo aggiornamento. È cronofagica. Assorbe ogni sforzo. Non si ha più energia residua per una disamina critica delle informazioni; per una corretta analisi delle fonti; per la valutazione autonoma; per una serena eliminazione delle ridondanze. Men che meno, per la costruzione di una "storia cosciente" della propria coscienza. A tutto danno della personalità.
Anziché strutturarsi con un lento lavoro di scelta e selezione, l' "individuo" si accontenta sempre più di certificarsi in un dato statistico-numerico, come sola prova oggettiva del valore da cui trarre conforto. Il dato statistico tout-court è, quindi, sempre più funzione di sé stesso. Tanto da dare origine al fenomeno, stratificato e trasversale, di una cosiddetta "Mutual Admiration Society", in cui lo scambio di apprezzamento, acritico e strumentale, è reciprocamente utile, indotto, prima ancora che sentito. La sana autodeterminazione diventa sempre più "egolatria". E questa è il principale alimento del sistema produttivo. A qualsiasi livello, a cominciare dalla "produzione di cultura".

PS: «Idiota: s.m. (der. dal lat. ìdios «particolare; che sta a sé»), ... persona che si lascia strumentalizzare perché non capisce quel che accade» (Vocabolario Treccani).

http://www.goodreads.com/review/show/566240402

venerdì 22 marzo 2013

Novità editoriale: L'EUROPA AL BIVIO di Franco Ferrarotti (Edizioni Solfanelli)

L’Europa è ferma di fronte al dilemma: unione puramente monetaria oppure autentica comunità politica? Questo libro spiega che il dilemma viene da lontano e costituisce il peccato originale dell’Unione europea. L’Europa ha ceduto e fino ad oggi è rimasta legata alla concezione del generale de Gaulle di una “Europa delle patrie”, unita sola dalla moneta unica. Ma una moneta sovrana senza sovrano non basta. È una moneta orfana, vittima designata della predatoria speculazione internazionale.
Il primo saggio, che dà il titolo a questo libro, affronta questo tema, oggi decisivo per l’avvenire dell’Europa.



Franco Ferrarotti
L'EUROPA AL BIVIO
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-810-6]
Pagg. 160 - € 12,00

http://www.edizionisolfanelli.it/europaalbivio.htm

sabato 2 marzo 2013

LEGGERE LA STORIA DELL’UOMO QUALUNQUE PER CAPIRE LA REALTA’ POLITICA DI OGGI

IL LIBRO DI PAOLO DEOTTO E LUCIANO GARIBALDI VERRÀ PRESENTATO A MILANO LUNEDÌ 4 MARZO, ALLE ORE 17,30, ALL’HOTEL CAVALIERI DI PIAZZA MISSORI

«La vera storia dell’Uomo Qualunque», scritta per l’editore Solfanelli (114 pagg., 10 euro) da Paolo Deotto e Luciano Garibaldi, con la post-fazione di Daniele Vittorio Comero, lascia intendere come le attuali condizioni politiche dell’Italia si possano in tutto assimilare a quelle degli anni dell’immediato secondo dopoguerra (1945-46) che videro la clamorosa affermazione prima del settimanale «L’Uomo Qualunque», fondato a Roma da Guglielmo Giannini nel luglio 1944 e giunto rapidamente a vendere 850 mila copie, e subito dopo del «Fronte dell’Uomo Qualunque», fondato da Giannini e che, alle elezioni per la Costituente del 2 giugno 1946, ottenne il 5,3% dei voti: quinto partito in Italia, con 30 deputati. Pochi mesi dopo, moltiplicò il successo alle amministrative.

Perché oggi un partito come il «Movimento 5 Stelle» di Beppe Grillo ha ottenuto un successo al di là di ogni aspettativa? Perché le condizioni di vita degli italiani di oggi assomigliano molto a quelle degli italiani appena reduci dalla guerra. Il Paese era uscito disastrato dal ventennio fascista e dalla rovinosa seconda guerra mondiale, e paventava di entrare in altre forme di totalitarismo. Una sciagurata e lunga esperienza di Stato-Partito, il fascismo, che era entrato in tutti gli aspetti della vita economica, sociale, lavorativa, e anche privata, pretendendo di forgiare uomini e coscienze, non poteva che generare crisi di rigetto verso quanti altri, uomini o partiti, si ponessero a loro volta come portatori della Verità e della Giustizia. Era dunque facile affermare che l’italiano, già oppresso da un partito (quello fascista), non voleva ora essere oppresso da sei partiti (quelli del CLN).

La sensazione di oppressione, che ogni cittadino provava nei confronti del nuovo Stato antifascista, non era molto diversa da quella odierna. Oggi, l’intrusione dello Stato nella vita dei cittadini non ha nulla da invidiare sia all’oppressione fascista sia a quella dei partiti antifascisti all’indomani della Liberazione. Ha incominciato il governo Berlusconi, con l’invenzione dei cosiddetti «studi di settore», che di fatto causarono la rovina e la fine di centinaia di migliaia di piccole realtà economiche (professionisti, artigiani, studi professionali, società a responsabilità limitata, eccetera), costrette ad annullare le partite IVA e a cessare le loro attività perché angariate da un fisco che pretendeva fossero pagate le tasse su guadagni mai realizzati. In tal modo si crearono centinaia di migliaia di disoccupati. L’oppressione fiscale è poi proseguita con vere e proprie rapine come l’IMU, che ha di fatto vanificato il risparmio di tutte le famiglie italiane, da sempre indirizzato all’acquisto del mattone. Si è poi arrivati a disposizioni intollerabili come l’obbligo agli impiegati di banca di chiedere al cliente che preleva più di mille euro, di dichiarare a cosa gli servono. Una intrusione vergognosa e intollerabile nella vita privata dei cittadini. In tutto degna dei sistemi adottati dalla STASI (la polizia di Stato) della Germania comunista, immortalati dal film «Le vite degli altri». Ognuno, dei propri soldi, deve poter fare ciò che vuole, a meno che non si dimostri, prove alla mano, che sono di provenienza illecita.

Il messaggio di fondo dell’Uomo Qualunque era il reclamare il diritto del cittadino a vivere in pace la sua realtà quotidiana. Quanto al programma del nuovo partito, era in questa sintesi: contro il comunismo; contro il capitalismo della grande industria che tende ad accordarsi sotto banco con i più violenti, cioé con i comunisti; a favore del liberismo in economia; per la limitazione della voracità fiscale e dell'ingerenza dello Stato nella vita privata dei cittadini.

La marcia dell’Uomo Qualunque verso il successo di massa, che pareva inarrestabile, fu fermata nel corso della campagna elettorale per le elezioni del 18 aprile 1948, allorché la Democrazia Cristiana, propostasi come muro contro l’avvento al potere dei social-comunisti (e dunque lo scivolamento dell’Italia nella sfera sovietica), chiuse la porta ad una eventuale intesa con l’Uomo Qualunque, e la Chiesa di Pio XII si schierò al suo fianco, con la scomunica per chi avesse votato comunista, ed esortando di fatto tutti i cattolici che avevano scelto il partito di Guglielmo Giannini a tornare a convergere sul partito di De Gasperi, unica via di salvezza per l’Italia.

Oggi, però, che il pericolo comunista non esiste più, certamente Giannini avrebbe la meglio all’insegna del “Via le mani dalle tasche dei cittadini!”.



PRESENTAZIONE A MILANO


L’Associazione culturale «Testimoni della Storia», facente capo all’ente culturale EUR 2000 presieduto da Giuseppe Virgilio Manzoni di Chiosca, presenterà il libro di Deotto e Garibaldi a Milano lunedì 4 marzo, alle ore 17,30, all’hotel Cavalieri di piazza Missori. Oltre ai due Autori, interverranno Daniele Vittorio Comero, autore della post-fazione, giornalista e analista elettorale, Giorgio Galli, scrittore e politologo, Gianluca Marchi, direttore del giornale on-line «L’Indipendenza».

http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=11558

venerdì 1 marzo 2013

La vera storia dell’Uomo Qualunque


L’editore Solfanelli è in grande spolvero. Pubblica un libro più bello dell’altro ormai da diversi mesi e conferma questo orientamento positivo con un libro firmato da Luciano Garibaldi e Paolo Deotto su un argomento molto in voga in tempi di affermazione del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, “La vera storia dell’Uomo Qualunque”. Una indagine breve, completa e divertente sull’origine del qualunquismo italiano che si fa partito. Gli autori mettono insieme un po’ di tutto: vignette, dati elettorali, copertine di rivista, e una conclusione al passo con i tempi, dal titolo “Ieri Giannini, domani Grillo”.
Gli storici Deotto e Garibaldi partono da un dato autobiografico di Giannini, la morte del figlio, mostrando di indagare fino in fondo le profonde motivazioni che spinsero questa peculiare figura di italiano a divenire protagonista di una parte importante della storia politica italiana. Scopriamo così il tentativo fallito di abboccamento col Pli e i corteggiamenti i Vittorio Emanuele Orlando, Bonomi e Nitti andati a vuoto, come pure l’aperta ostilità della massoneria quello che gli autori stessi definiscono il “fatale errore” di Giannini: il flirt con Togliatti.
Le pagine raccontano anche i “fasti” di una formazione politica che ebbe vita breve: il superamento per pochi voti a Roma sulla Dc e la medaglia d’oro in importanti città del Mezzogiorno: Giannini primo a Bari, Lecce, Foggia, Palermo, Catania, Messina, Salerno. Se al Sud i voti arrivavano eccome all’Uomo Qualunque, neppure al Nord mancavano: 5 seggi alla Spezia, 4 a Mantova, 7 a Torino, 8 a Firenze.
Poi quella storia si è interrotta, per lungo tempo. E nelle cento pagine scorrevoli di Garibaldi e Deotto è spiegato perché. Non si può anticipare anche questo, dovete comprarlo e sono dieci euro spesi bene.

di @AndreaCamaiora

http://www.caravella.eu/index.php/2013/03/01/la-vera-storia-delluomo-qualunque/

mercoledì 6 febbraio 2013

Novità: LA VERA STORIA DELL'UOMO QUALUNQUE di Paolo Deotto e Luciano Garibaldi (Edizioni Solfanelli)


“Qualunquismo”. Pochi sanno cosa voglia realmente dire, a cosa si riferisca. Ma in tanti sono pronti a giurare che il “qualunquista” è un uomo egoista, gretto, che bada solo agli affari suoi, che evita qualsiasi impegno politico e sociale. Se invece leggiamo la straordinaria avventura di Guglielmo Giannini, fondatore del settimanale “L’Uomo Qualunque” e poi dell’omonimo partito politico, scopriremo che quel commediografo di successo, giornalista, scrittore, era un uomo serio, pur con le sue intemperanze, col suo carattere sanguigno e irruente. Scopriremo che il movimento politico che fondò aveva probabilmente un difetto fondamentale: era troppo moderno.
In un’Italia che usciva dalla Seconda guerra mondiale e dalla guerra civile, che era alla fame e tuttavia ancora dilaniata dall’odio, il giornale di Giannini e successivamente il partito costituirono la voce di quei milioni di italiani che desideravano tornare a una vita normale, che erano disgustati da una politica di settarismo e arrivismo, che volevano tornare a essere cittadini e non continuare a essere sudditi.
Un’avventura brevissima, quella di Giannini. Il clamoroso successo del settimanale, alla fine del 1944, e del partito, alle elezioni per la Costituente e alle amministrative del 1946, fecero tremare i grandi partiti di massa, la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, che, alleati nel CLN ma sempre in contrasto tra loro, trovarono un nuovo momento di unità nello stritolamento di un comune nemico che si era dimostrato in grado di catalizzare i voti degli italiani pacifici, lavoratori, stanchi di furori ideologici che avevano portato solo disastri. Alle elezioni politiche del 1948 ebbe inizio il declino dell’“Uomo Qualunque”, che fu inarrestabile. La politica “professionale” aveva vinto e si prese anche la vendetta con la “damnatio memoriae”.
Luciano Garibaldi e Paolo Deotto tracciano una storia concisa ma chiara del qualunquismo, per farlo conoscere nella sua realtà e, anche, per rendere giustizia a un galantuomo. Nella postfazione, Daniele Vittorio Comero, politologo ed esperto di sistemi elettorali, attualizza il fenomeno, rilevando le analogie tra l’omino schiacciato dal torchio, simbolo della testata de “L’Uomo Qualunque”, e il cittadino di oggi, oppresso dallo Stato grazie a un sistema di polizia fiscale che sta trasformando l’Italia in una DDR ai tempi delle “vite degli altri”.



Paolo Deotto e Luciano Garibaldi
LA VERA STORIA DELL'UOMO QUALUNQUE
Postfazione di Daniele Vittorio Comero 
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-796-3]
Pagg. 120 - € 10,00

http://www.edizionisolfanelli.it/verastoriauomoqualunque.htm